Una collaborazione tra Pelagica e Montecristo Project in occasione del programma triennale A guide-tour of sardinian archaic, weird and marvelous stone sculpture -La Costante Resistenziale, online dal 5 dicembre 2018.
Montecristo Project nasce nel 2013 da un’idea di Enrico Piras e Alessandro Sau, entrambi artisti e curatori originari della Sardegna. L’iniziativa – di cui titolo evoca il celebre romanzo di Alexander Dumas, Il conte di Montecristo – si realizza in un progetto espositivo e curatoriale dal carattere dinamico, site-specific e, per certi versi, “misterioso”. Il coefficiente d’attrazione che lo spazio in cui i curatori si trovano ad agire esercita su di loro – quello propagato dallo dimensione isola, con le sue possibilità e le sue fragilità – si riflette nella volontà degli stessi di ambientare le proprie esposizioni in un contesto surreale e selvaggio: una minuta isola di ignota collocazione dispersa nell’arcipelago sardo. Le connessioni con il territorio, la sua storia e le sue manifestazioni storico-artistiche risultano cruciali. In generale le mostre monografiche o collettive curate dal duo vedono protagonisti artisti sardi e non, considerati outsider rispetto al sistema dell’arte contemporanea.
Acqua, sabbia, mare, confini liquidi e barriere fisiche, rotte impreviste da perlustrare, portolani, tracce da inseguire tra terra e cielo. I processi culturali che inevitabilmente scaturiscono dal sentirsi parte di un tutto che avvolge – l’abbraccio del Mediterraneo – possiedono una natura endogena ed esogena insieme.
E, per il progetto in esame, proprio il sintagma La costante resistenziale rimanderebbe a quel sottile limen tra le due dimensioni, mettendo in campo un’entità che, pur resistendo alle spinte e agli influssi esterni, in qualche maniera ne rimane invischiata, costituendo perciò un momento di confronto e di riflessione.
Nelle azioni di Montecristo Project la parola e la liminalità ricoprono così un ruolo centrale. Il titolo del progetto, che ha tutto il sapore delle guide antiche o dei resoconti del Grand Tour settecentesco nel susseguirsi di aggettivi altamente descrittivi, crea le premesse per una narrazione possibile. Inoltre, l’attenzione peculiare riservata dai curatori all’elemento testuale trova immediato riscontro nella pratica critica, espressa nella forma del testo o della pubblicazione, attraverso cui gli stessi mettono in discussione le proprie posizioni. Per quanto concerne invece il liminale, la questione si fa più complessa e per questo sarà oggetto di una serie di futuri approfondimenti da parte di Pelagica.
Perchè, in questo periplo terrestre nella natura brulla e solare della Sardegna, vengono alla luce sculture, architetture e sedimentazioni arcaiche, forse archeologiche, altre volte popolari, pregne di storia. In cosa differisce una produzione popolare da una folkloristica? Cosa persiste e cosa evapora dalla forma con il trascorrere del tempo?
Montecristo Project raccoglie e fotografa “sculture” corrose dagli agenti atmosferici, forme morbide e piene,“primitive” in virtù di un’essenzialità che è immediatezza e pienezza di significato. L’estrema sintesi di certe manifestazioni pare dipendere tanto dalla mano del loro fautore quanto dall’azione imperitura del vento e dell’acqua, che sbriciolano, lisciano o scavano nella pelle delle superfici. I manufatti artistici, siano essi idoli, feticci, simboli di un mondo lontano ma mai venuto meno, oscillano tra il decorativo, il narrativo e l’apotropaico.
L’identità di una regione si costruisce nella peculiarità di determinate forme, nella stilizzazione o nell’implosione di particolari soggetti; l’atlante di immagini che ne deriva mostra evidenti tangenze con la pratica artistica contemporanea se non addirittura Modernista (di primo Novecento). L’ampiezza di respiro di tale dimensione evidenzia e celebra la condizione di “apertura” della costante resistenziale.
Testo di Valentina Bartalesi
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We are thrilled to announce our first collaboration with Montecristo Project for the three-years program A Guide-Tour of Sardinian Archaic, Weird and Marvelous stone sculpture (and architecture) – La costante resistenziale, online since 5th of December 2018.
Montecristo Project was born in 2013 from the collaboration of two young artists from Sardinia, Enrico Piras and Alessandro Sau, who realized different artistic operations inside their native landscape. Certainly, the history of the Island, its culture and its autochthonous “lexicon” have a fundamental role in the development of the project. In fact, the promotion of Sardinian authors – who are generally artists considered “outsiders” from the system of Contemporary Art – and the Sardinian territory itself, with its seaside views and its strong, barren and savage panorama had strongly influenced the Montecristo artistical project.
From a cultural and geographical point of view, Sardinia represents a complex and fruitful patch of ground. The island, which spread out for 24.100 Km², is embraced by three different realities: Mar Tirreno, Mar Mediterraneo and Mare di Sardegna. Different names for a unique open water, where cultures, myths, legends, symbols and forms could elevate with each other. Floating, Sardinia almost brush against Corsica and pulls itself together with the French limes.
Montecristo Project proposes a quite different critical slant, doing research directly on the territory and reserving a peculiar attention to the choice of the works of art. Even the “literary” title of the project evokes, with its haptic and sensorial adjectives, a sort of artistic journey, a New Grand Tour around not only the classical evidence, but related to that is pre-classic, pre-existent, lately primitive, early, archaic.
Moreover, even in this case exists a strong desire of dialogue with independent spaces and with other realities: in these circumstances the relation with Pelagica was born.
Text by: Valentina Bartalesi